Regia Lav Diaz
Anno 2018
Durata : 234’
Paese Filippine
Lingua Tagalog
Sceneggiatura Lav Diaz
Fotografia Larry Manda
Musiche Lav Diaz
Cast Piolo Pascual, Shaina Magdayao
Sottotitoli Inglese
Genere Rock opera in nero
Formato: DCP 2K (Flat)
Première: Berlin International Film Festival
Torna il cinema sconcertante di Lav Diaz, un cinema fatto di tempi dilatati e splendore formale attraverso immagini in bianco e nero che sembrano quadri animati, rigorosamente ripresi con una macchina da presa fissa. Diaz ha voluto chiamare Season of the Devil una “rock opera”, ma è quanto di più lontano si possa immaginare dal musical hollywoodiano. È un loop senza fine orchestrato da voci che intonano dolenti canzoni popolari, voci di anime oppresse dallo spietato regime del comandante Marcos, in un villaggio sperduto delle Filippine negli anni Settanta. Una tirannia che non si esprimeva solo con la violenza fisica, ma anche con la soppressione di ogni tradizione spirituale radicata nel popolo. Eppure qualcuno ancora si oppone e resiste, come il poeta, insegnante e attivista Hugo Haniway, che va in cerca della moglie Lorena, scomparsa senza lasciare traccia. Diaz, trasfigurando il passato del suo paese, rivolge una critica all’attuale repubblica delle Filippine del presidente Rodrigo Duterte, non certo un modello di democrazia.
Miglior Regia al Bildrausch Filmfest di Basilea, Gemas Award come Miglior Film al Cartegena Film Festival
Lav Diaz (il nome completo è Lavrente Indico Diaz) nasce il 30 dicembre 1958 a Datu Paglas, nelle Filippine. Prolifico regista, sceneggiatore, produttore, direttore della fotografia e montatore, ha all’attivo oltre trenta film.
Il suo Death in the Land of Encantos ottiene una menzione speciale nella sezione Orizzonti alla 64ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nell’edizione successiva vince il Premio Orizzonti per Melancholia (2008). Nel 2014 è suo il Pardo d’oro al Festival di Locarno con Mula sa kung ano ang noon. Nel 2016 The Woman Who Left – La donna che se n’è andata, gli vale il Leone d’oro alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.