Di Khavn De La Cruz
Un collage ironico offre una riflessione su potenti e leader, su gesti, attributi, caratteristiche e azioni che li caratterizzano. Le immagini, che oscillano tra la credibilità dei filmati d’archivio e l’artificialità dei film in costume su palcoscenici di cartone, diventano iperboli degli attributi tipici del potere, in un gioco radicalmente ribelle con espressione punk.
“Reimmaginare, riscrivere e rileggere la storia bastarda del mio Paese, usando icone e scenografie smembrate che affermano e annullano la mitologia ricordata”, questo è Filipiniana secondo le note del regista Khavn De La Cruz.